La Morte vagando sulla Terra, un dì notò una bimba, piangeva disperata in una stanza colorata, ricca di giocattoli, con una mamma che cercava inutilmente di calmarla.

Attese che la mamma s’allontanasse poi si mostrò a lei, sotto le spoglie d’una vecchietta, e le chiese – cos’hai piccina, perché piangi, hai forse male? –

-Non so perché, però ho tanta voglia di piangere –  rispose sibillina.

La Morte scosse il capo, e scomparve nell’aria, come un sogno.

Ma da quel giorno, stranamente, s’accorse che il pensiero sovente andava a lei, nel suo girovagare, e rimase colpita da questo pensiero, lei che da centinaia di anni girovagando per la Terra, mai aveva pensato a qualcuno, o a qualcosa, e s’accorse d’esserne turbata, non passò quindi molto tempo, (secondo i suoi canoni), quando ritornò di nuovo da lei, diventata ora fanciulla.

La fanciulla sedeva triste, seduta all’interno d’uno stupendo giardino, sembrava angosciata,  le si sedette accanto sotto le spoglie d’una bimba, e le chiese: – perché piangi? –

E la fanciulla rispose: – da diverso tempo m’assale la malinconia, e a volte m’angoscia a tal punto da farmi nascere il desiderio di piangere, per sempre, e mai più fermarmi.

La Morte pensò: non c’era dolore e nemmeno disperazione, quindi le lacrime non avevano ragione d’esistere, e così se ne andò perplessa, quasi indispettita.

Ritornò quindi al suo eterno girovagare, quando le venne un’idea balzana in mente, in verità strana, per lei sempre così severa, e ritornò dopo poco, si fa per dire, ma era già passato qualche anno, dalla fanciulla.

La poveretta era ritirata in casa, nella penombra, pallida, quasi emaciata, e lo sguardo perso nel nulla, quando vide la Morte che s’avvicinava sotto le spoglie d’una vecchia signora distinta, a malapena alzò la testa, non si chiese da dove venisse, né perché era lì, si sentiva spenta, e non le interessava più nulla, ormai da molto viveva come morta, l’anima  lontana, chissà dove rintanata.

La Morte si sedette sul divano accanto a lei, decise che non servivano tanti giri di parole, ormai a quel punto in cui la vedeva, non pensava di crearle qualche sciok nel rivelarsi, quindi fu schietta e sincera.

– Mia cara è da un po’ che ti conosco, sono venuta a trovarti nel corso della tua vita, ma non credo che tu te ne sia accorta. Ciò che mi ha attirato in te, è questa mancanza di voglia di vivere che hai, come ho riscontrato, dall’inizio della tua vita, e questo mi ha turbato, non so dirmi il perché, ma così è stato-.

– Sbagli ti ho riconosciuto, già da quel giorno che ti presentasti bambina, ti ha tradita il tuo sguardo,  -freddo come il ghiaccio, ho capito immediatamente che eri tu, e subito ho pensato che fosse giunta la mia ultima ora, ero quasi felice, ma non è successo, ed io proprio non ho compreso il perché!

– Bene se già hai capito chi sono io, possiamo passare subito al motivo, per il quale sono venuta, ti voglio proporre uno scambio, io sarò te, e tu sarai me, solo per un giorno, così tu avrai modo di capire cos’è realmente il vero dolore ed io capirò cos’è la vita, potrò assaporarne i colori, il calore del sole, i profumi.. eh… si forse anche i sentimenti – terminò con un sospiro, riposando finalmente le mani in grembo, che fino a quel momento avevano disegnato nell’aria le parole che aveva pronunciato con tanta enfasi, guardandola negli occhi, piena di speranza.

La fanciulla sobbalzò, stupita sul divano, non si sarebbe mai aspettata una simile proposta, ne era quasi lusingata, ma nello stesso tempo la impauriva, qualcosa dentro di lei sembrava metterla in guardia.

L’interesse per quella proposta era però troppo forte e non ascoltò quella vocina che dal profondo saliva, e senza indugio le rispose – si voglio accettare la vostra proposta, sarà sempre meglio che rimanere qui a piangere, voglio capire come si svolge il vostro lavoro.-

La Morte le lanciò un’occhiata ironica, ma solo per un attimo, poi le rispose felice, come poteva esserlo lei,- bene, ora dammi le tue mani, allungale sulle mie, poi chiudi gli occhi, in questo modo io sarò e tu sarai me.-

La fanciulla adagiò lentamente le mani su quelle della Morte, ebbe un brivido di freddo atroce, come se mille aghi l’avessero trapassata, ma non si lamentò, poi chiuse gli occhi, e fu come un lampo, quando li riaprì, lei non era più, ciò che era stata, ora era pura energia.

Sentiva le sue membra come se ancora le possedesse, ma in realtà lei era dovunque, sentiva ogni cosa, tutta la disperazione e il dolore del mondo, le arrivava, ma il suo cuore non avvertiva nulla di tutto questo, ciò che una volta, così  tanto la disperava.

Vedeva anime tormentate e le aiutava a trapassare, a centinaia, a migliaia sulla terra, ma avvertiva nella mente anche il passato, tutte le persone che già se n’erano andate, una moltitudine che le bisbigliava piano all’orecchio: -chi sei tu? Noi non ti riconosciamo-

– Sono la Morte ma solo per un giorno, abbiate pazienza, farò del mio meglio!-

Ciò che vedeva la fanciulla, il suo cuore non registrava, ma i suoi occhi si, e le immagini rimanevano scolpite, come a ricordarle qualcosa.

Non era dispiaciuta, per nessuno, quello era il suo lavoro, capiva perché la Morte vera le avesse fatto questa proposta, e lo capì un giorno, durante un disastro in una scuola, e dovette aiutare mille bambini a trapassare, mille piccoli angeli, che volarono in cielo in una nuvola di luce. Sebbene fosse felice per loro che andavano a conoscere una nuova esistenza, dentro di se qualcosa era scattato, quel qualcosa che nasceva dalla sua natura umana.

Ma il lavoro frenetico che doveva compiere la portò subito oltre, era stato un attimo soltanto, poi più nulla, era tornata fredda e implacabile come la Morte.

Nel frattempo la Morte aveva ripreso calore, e felice si crogiolava al sole, non era più energia, aveva un corpo, e poteva toccare, sentire, gustare, provare piacere e anche dolore, si questa sensazione che lei mai aveva potuto sentire, e proprio non capiva quando la gente piangeva.

Ora piangeva anche lei e si toccava quelle lacrime con delicatezza, come fossero pietre preziose, ne era ammaliata.

-Che meraviglia è questa vita, perché l’umanità non s’accorge della fortuna che ha?- Si chiedeva, e proprio nessuna risposta le arrivava.

Nel frattempo il giorno volgeva al termine, e la Morte stava lasciando la fanciulla, e proprio in quelbreve attimo tutto il dolore e la disperazione di ciò che aveva visto e udito le tornò alla mente e nel cuore, ed esplose nella sua testa, dilaniandola, era un dolore insopportabile, si sentiva morire, poi pian piano tutto questo l’abbandonò lasciandole solo una gran pace.

La Morte che aveva ripreso le sue sembianze, lo fece quasi a malincuore, tanto le era piaciuto esser quella fanciulla. La ringraziò e le promise che le avrebbe lasciato molto, molto tempo, prima del loro prossimo incontro.

La fanciulla che adesso si sentiva leggera e felice senza conoscerne il motivo, la salutò chiedendosi chi fosse quella bella signora così elegante che era venuta a prendere il thè con lei.

La Morte riprese l’ eterno girovagare, ma ora che aveva conosciuto la Vita, non era più così felice di ciò che svolgeva finché un giorno si sentì chiamare da un vecchietto, le chiese di sedersi accanto a lui , per un po’ di compagnia e di ascoltare il suo discorso.

– Io ti conosco da molto tempo, e so chi sei e cosa fai, sono venuto per dirti, che il tuo lavoro è importantissimo, perché le persone non sanno, che non moriranno realmente, vivranno un’altra vita, fatta di energia, quell’energia di cui è composto tutto l’universo, ognuno di loro sarà un piccolo tassello di questo Creato, e godranno una felicità senza pari, perché tutti dipendiamo gli uni dagli altri, e tutti insieme formiamo l’esistenza stessa di questo mondo, ed il collante che ci tiene uniti è l’amore, l’amore che il Signore ci ha insegnato,  quindi non essere triste per la vita che lasceranno, perché ne troveranno un’altra completamente diversa, fatta di felicità e di assenza di dolore.

La Morte capì immediatamente chi aveva davanti, e stranamente lei che non provava sentimenti, si sentì commossa da tanta considerazione, e non provò più nessun rimpianto per la vita.